«Giornale di Brescia»
31 maggio 2008

Laicità debole e laicità forte:
il contributo della bioetica al dibattito

di Maurizio Schoepflin

Quando una parola viene usata con una insistenza del tutto particolare, da persone e in contesti assai diversi, con accezioni spesso differenti tra loro, diventa un'impresa difficile decifrarne il significato o, meglio, i significati più autentici. Un destino simile lo sta subendo il termine «laicità» che, da qualche tempo, troviamo ripetuto e riproposto nelle occasioni più disparate.

Giovanni Fornero, storico della filosofia di grande prestigio, allievo e continuatore dell'opera di Nicola Abbagnano, offre un contributo molto valido alla chiarificazione della questione della laicità, facendo perno sui problemi relativi alla bioetica e sull'ampio dibattito che si è sviluppato intorno ad essi: non casualmente il volume reca il sottotitolo «Il contributo della bioetica al dibattito sulla laicità».

I punti di forza del lavoro di Fornero sono soprattutto due: un attento sforzo di decifrazione linguistica e concettuale, decisivo per orientarsi nella selva delle interpretazioni, e una corretta ricostruzione dell'ampio confronto sviluppatosi sulla bioetica, condotta proponendo in modo imparziale e documentato le varie posizioni di pensiero.

Scrive l'autore: «La bioetica ha finito per porsi come una sorta di cartina di tornasole della consistenza – e della capacità esplicativa – di ogni possibile discorso sulla laicità».

Una laicità che Fornero non accetta di ridurre a mera etichetta, ravvisando in essa un elemento culturalmente assai significativo, capace di segnare un confine netto tra le diverse concezioni dell'uomo e della realtà.