Copertina Sceglierò
io quando e come morire

La battaglia di Indro Montanelli sul fine vita

Filippo D'Ambrogi, "Sceglierò io quando e come morire". La battaglia di Indro Montanelli per un fine vita dignitoso. Presentazione di Giovanni Fornero, youcanprint 2022

Fornero ha contribuito in maniera rilevante all'apparizione di questo libro. Tant'è che in apertura di volume l'autore esprime «un grazie sentito a Giovanni Fornero per l'incoraggiamento e il decisivo sostegno senza i quali questo lavoro sarebbe rimasto nel cassetto».

La Presentazione di Fornero – che offre una panoramica complessiva sul volume collegandola all'attualità culturale e politica – è stata riprodotta nel suo blog sul sito dell'Associazione Luca Coscioni ed è leggibile al seguente link: La mia presentazione al libro di Filippo D'Ambrogi "Sceglierò io quando e come morire". La battaglia di Indro Montanelli per un fine vita dignitoso.

Filippo D'Ambrogi: Introduzione al volume

Nei suoi ultimi quattro anni, dalla primavera del 1997 all'estate del 2001, Indro Montanelli è stato protagonista di un'appassionata battaglia per il diritto dell'uomo di scegliere 'quando' e 'come' congedarsi dalla vita.

Una battaglia civile un favore dell'eutanasia combattuta nella sua Stanza, la rubrica di dialogo quotidiano con i lettori del Corriere.

Ed è sorprendente che il giornalista per eccellenza, che ha giurato a se stesso di essere "testimone sempre, protagonista mai", abbia deciso di battersi in prima persona.

Ma evidentemente, per Montanelli, questa "fondamentale conquista di civiltà" giustifica l'eccezione.

"Mi ritengo un moderato su tutto, ma su questo tema no, sono un radicale assoluto".

Una presa di posizione, la sua, espressa la prima volta confessando pubblicamente il rimorso per non aver saputo alleviare le sofferenze terminali della moglie.

In seguito, sempre più 'eutanasista convinto', Montanelli ribadirà più volte il suo sostegno in favore della legittimità morale dell'eutanasia.

"Ognuno ha il diritto di scegliere la propria vita così come la propria morte.

Io, per questo diritto non smetterò mai di battermi".

Una battaglia vera e propria la sua, con tutti gli ingredienti del caso.

Una bandiera da sventolare, un nemico agguerrito ed una strategia di lotta incalzante.

La bandiera è quella del "sacrosanto diritto dell'uomo di scegliere la propria vita e la propria morte".

Per Montanelli "il più elementare ed il supremo di tutti i diritti".

Il più elementare perché nessuno ha chiesto di venire al mondo, e dunque la libertà di andarsene non può esser messa in discussione.

E il supremo in quanto l'abbandono volontario della vita costituisce l'espressione più alta e assoluta della libertà umana.

Copertina Sceglierò
io quando e come morire

C'è poi il nemico, o meglio i nemici, i tre bersagli della sua battaglia: la Medicina, la Legge e la Chiesa.

Tutti strettamente legati l'un l'altro in una formidabile coalizione.

"I signori medici smettano di aggrapparsi a quella solenne sussiegosa fasullata che è il cosiddetto 'giuramento di Ippocrate' che invocano soltanto per evitare grane con la Legge, e magari anche per prolungare e arricchire la parcella".

"La Legge, così indulgente e pronta a concedere tutte le attenuanti ai colpevoli dei crimini più abbietti, sfodera, nel caso dell'eutanasia, un rigore da Sant'Uffizio, considerando intoccabile il dovere di vivere anche a costo di sofferenze atroci".

"Smetta la Chiesa di chiedere ai vivi scusa per i tanti morti che ha seminato lungo il suo cammino, e riconosca all'uomo il più elementare dei diritti, quello di decidere il quando e come della propria morte."

Queste stoccate, e altre ancora, partono in gran parte dalla sua 'Stanza' sul Corriere.

È lì che nascono le sue provocazioni, sostenute e ribadite più volte, con argomentazioni stringenti, pungenti e appassionate.

"Sull'argomento sono già intervenuto a più riprese e in termini che non si prestano a fraintendimenti, ma torno volentieri su questo tema che mi appassiona".

E proprio la tenace continuità dei suoi lucidi interventi, diluiti nell'arco di quattro anni ha fatto di Indro Montanelli, alla fine del secolo scorso, l'icona della libertà di fine-vita nel nostro Paese.