«L'Indice»
XXX, 5 - maggio 2013

Recensione a "Laici e cattolici in bioetica"

di Cesare Pianciola

Il tema del libro è posto chiaramente all'inizio del saggio storico di Mori: «Esiste davvero la contrapposizione tra una "bioetica laica" e una "bioetica cattolica" o questo è solo un artificio retorico usato per sollevare polemiche un po' sterili e retrò», TRASCURANDO i valori comuni e condivisi? La tesi di Mori è che speranze suscitate dal Vaticano II in un dialogo costruttivo e in una possibile convergenza – già resi difficili dalla Humanae Vitae (1968) – siano state vanificate dalla normalizzazione e dall'irrigidimento dogmatico di Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI. Sui temi bioetici più rilevanti, dall'aborto alla procreazione medicalmente assistita, all'autodeterminazione del fine vita, con i drammatici casi Welby e Englaro, si conferma una radicale diversità di "paradigmi", cioè modelli generali di pensiero caratterizzati da «contrapposte prospettive antropologiche ed etiche». Fornero le elenca con precisione in 12 punti, proseguendo le sue precedenti ricerche (Bioetica cattolica e bioetica laica e Laicità debole e laicità forte. Il contributo della bioetica al dibattito sulla laicità, Bruno Mondadori, Milano 2005 e 2008). Si tratta in sostanza di un personalismo metafisico fondato sulla creaturalità e dipendenza da Dio, e sul presupposto di un piano divino sul mondo con «valori e fini inscritti da sempre nel nostro essere», che tutti, credenti e non credenti, e soprattutto le autorità civili, dovrebbero riconoscere, in quanto non sarebbero in gioco scelte filosofico-religiose particolari dei cattolici ma una legge naturale universalmente valida. Ne derivano divieti assoluti e princìpi non negoziabili che contrastano radicalmente con il principio della libertà di scelta e della «massimizzazione del benessere conseguita nel rispetto dell'autonomia individuale» (Mori) che ispira la bioetica laica. Fornero risponde puntualmente ai suoi critici, da Francesco D'Agostino a Elio Sgreccia, – i cui interventi sono integralmente riprodotti nella terza parte del libro. Particolarmente articolata la discussione, nell'ultimo capitolo, sui diversi significati di "dignità umana" spesso invocata come terreno d'incontro, mentre la dottrina cattolica ufficiale esclude sempre e comunque il diritto a procurarsi una morte dignitosa quando viene a mancare la qualità che rende accettabile il prolungamento della vita.