«l'eco del chisone»
9 gennaio 2013
Laici e cattolici divisi dalla bioetica
di Tonino Rivolo
Ormai da anni Giovanni Fornero, il vigonense autore delle storie della filosofia attualmente più diffuse (pubblicate da Utet, Bruno Mondadori e Paravia) si dedica anche alla bioetica, cioè a quella difficile disciplina che tratta di problemi "scottanti" come l'aborto, la fecondazione assistita, l'eutanasia, il testamento biologico e via elencando.
Dopo "Bioetica cattolica e bioetica laica" (Bruno Mondadori, 2005) e "Laicità debole e laicità forte" (Bruno Mondadori, 2008) compare adesso un nuovo libro, destinato a continuare e coronare i precedenti: "Laici e cattolici in bioetica: storia e teoria di un confronto" (Le Lettere, 2012). Libro che Fornero ha scritto con Maurizio Mori, docente di Bioetica a Torino e uno dei più noti specialisti di tale disciplina.
Il metodo seguito è quello che caratterizza tutta la produzione di Fornero – e che ne costituisce uno dei riconosciuti motivi di successo –, ossia lo sforzo di riprodurre in modo imparziale ed equilibrato le varie posizioni di pensiero.
Il volume si apre con un ampio capitolo di carattere storico in cui Mori, con ricchezza di dati, ricostruisce le multiformi vicende che, a partire dagli Anni '60, hanno portato la Chiesa a misurarsi con i problemi bioetici, sino a prendere progressivamente le distanze da quella che Giovanni Paolo II, in polemica con le democrazie dell'Occidente, definiva «l'odierna cultura della morte». Cultura cui il Papa della Evangelium vitae contrapponeva una "nuova cultura della vita" volta a contrastare pratiche come l'aborto e l'eutanasia.
Negli altri capitoli Fornero, dopo aver offerto una rigorosa delucidazione dei controversi concetti di bioetica "cattolica" e bioetica "laica", dialoga con alcuni fra i più illustri studiosi italiani della materia, mostrando come le due bioetiche in senso stretto incarnino altrettanti distinti "paradigmi", cioè due modelli generali di pensiero ruotanti intorno a talune idee di fondo. Idee che, nel caso della bioetica cattolica e di quella laica, sono constatabilmente diverse.
Infatti, la bioetica cattolica crede fermamente in alcuni princìpi che quella laica nega o misconosce: ad esempio nella sacralità e indisponibilità della vita, nell'esistenza di un progetto di Dio sulla persona, nel primato della verità sulla libertà, nell'esistenza di una legge morale naturale da cui derivano alcune norme etiche assolute.
Niente da stupirsi, quindi, che da questi due "paradigmi" derivino talora conseguenze bioetiche radicalmente differenti, soprattutto a proposito dei problemi d'inizio e fine vita.
Ovviamente, parlando di bioetica cattolica "ufficiale" e di bioetica laica "standard", Fornero non nega l'esistenza di altre bioetiche e di altri paradigmi. Egli si limita semplicemente a mettere a fuoco quelli che considera i paradigmi dominanti della nostra epoca (presenti a livello internazionale e attivi soprattutto nella situazione italiana).
Rispetto a quelli precedenti, le novità di questo volume sono parecchie. Qui basta menzionare quella che pare la più importante: ossia il fatto che alcuni studiosi cattolici, invece ignorare di le continuare differenze fra la bioetica cattolica e la bioetica laica, appaiono più propensi a riconoscere, con Fornero, che queste due bioetiche non solo esistono ma sono paradigmaticamente diverse.
Il riconoscimento, in questo libro, viene nientemeno che dal "numero uno dei bioeticisti vaticani", ossia dal card. Elio Sgreccia, autore di una monumentale opera di bioetica tradotta in più lingue (da poco è comparsa anche una versione negli Stati Uniti). Infatti Sgreccia, in dialogo con Fornero, pur affermando che di diritto la distinzione fra bioetica cattolica e bioetica laica non dovrebbe esserci – in quanto la ragione, come la morale, è una sola –, ammette che di fatto essa esiste e condiziona pesantemente il dibattito.
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