Filosofi e filosofie nella storia
Paravia, Torino 1986, 3 voll.
Nel 1986 usciva la prima edizione di Filosofi e filosofie nella storia, firmata a quattro mani da Nicola Abbagnano e Giovanni Fornero. Si trattava del risultato di una radicale revisione e di un globale ammodernamento del vecchio Compendio dovuto allo stesso Abbagnano.
Per l'uscita dell'opera, l'Editore premetteva al testo la seguente Nota:
Nota dell'editore
Il prestigioso nome di Nicola Abbagnano si accompagna ormai da oltre un quarantennio a quello della Casa Editrice Paravia. Siamo quindi particolarmente orgogliosi di poter continuare a riproporre alla scuola italiana, in un'edizione totalmente rinnovata, i suoi ormai classici testi di filosofia per i Licei.
Nicola Abbagnano è peraltro troppo noto per aver bisogno di presentazione, e così preferiamo stendere queste righe piuttosto per ringraziarlo del suo perdurante impegno a favore della scuola e per rendere dovuto omaggio al filosofo che è stato maestro di intere generazioni di studenti, di insegnanti e di uomini di cultura. Basti ricordare che la sua Storia della filosofia, nell'edizione maggiore, ed il Dizionario di filosofia sono considerate, nel loro settore, tra le opere migliori esistenti a livello mondiale, e continuano ad essere tra le più diffuse nei corsi istituzionali delle Facoltà universitarie di Filosofia. Sarebbe stata quindi una grave perdita se i suoi scritti fossero venuti a mancare nelle scuole superiori.
L'opera che ora presentiamo si caratterizza per alcune novità di fondo. Innanzitutto, accanto al prof. Abbagnano, troviamo un suo giovane allievo: il prof. Giovanni Fornero, che dalla sua attività di studioso, di insegnante di Liceo e di conferenziere ha tratto doti eccellenti nella comunicazione culturale. In secondo luogo, il testo è aggiornato secondo le più attuali metodologie critico-didattiche, e strutturato in modo da concedere il dovuto spazio all'esposizione dei singoli autori e dei movimenti culturali, pur nel mantenimento della forma piana e lineare che caratterizza il dettato di Nicola Abbagnano.
Il Corso si presenta quindi come classico e nuovo, chiaro ed esauriente, didattico e scientifico al tempo stesso, nella convinzione che i migliori testi scolastici siano sempre stati, a loro modo, anche opere scientifiche e critiche. Nell'affidare l'opera al giudizio degli insegnanti e degli studenti, esprimiamo quindi la nostra fiducia che la voce educatrice di Abbagnano continui a risuonare nelle aule del nostro Paese.
G. B. Paravia & C.
A loro volta i due autori premettevano una Prefazione che chiariva intenti e metodo del loro lavoro.
Prefazione degli autori
Le caratteristiche e lo «spirito» propri di quest'opera sono sinteticamente contenuti, in buona parte, nel titolo stesso. La distinzione tra filosofi e filosofie non nasce da un gratuito o retorico gioco di parole, ma da una meditata convinzione circa la radice ed il significato umano della filosofia. Contrariamente a coloro per i quali «il filosofo è nient'altro che la sua filosofia», noi riteniamo invece, alla luce della prospettiva esistenzialistica, che prima delle filosofie vi siano i filosofi, ossia gli individui concreti che le hanno elaborate e testimoniate (o non testimoniate).
Il termine «filosofie», programmaticamente usato al plurale, vuole attirare l'attenzione sul fatto che la storia del pensiero è innanzitutto un grande dialogo tra filosofie diverse, che nella loro pluralità irriducibile riflettono la molteplicità possibile dei modi con cui l'uomo può interpretare la realtà ed atteggiarsi di fronte a se stesso, agli altri, al mondo e a Dio. L'espressione «nella storia» sottolinea come filosofi e filosofie non si muovono in uno spazio astratto e atemporale, ma in un contesto concreto, caratterizzato, oltre che dal rapporto con la società e la politica, da una fitta rete di connessioni con la scienza, la letteratura, l'arte e tutti gli altri settori della cultura.
Anziché concretizzarsi nella soluzione dei capitoletti storici introduttivi, sempre in pericolo di ridursi ad una brutta copia del corso di storia, o nella rilettura «ideologica» dei sistemi, sempre in sospetto di unilateralità, poiché presupponente già una specifica visione filosofico-politica del mondo surrettiziamente imposta all'allievo, il sopracitato convincimento ha preso corpo in un lavoro di approfondimento dei rapporti tra filosofia-cultura-storia e di ricostruzione dei grandi movimenti intellettuali del passato (Ellenismo, Rinascimento, Illuminismo, Romanticismo ecc.), cui si è dedicato uno spazio ed un'attenzione finalmente pari alla loro importanza.
La visione pluralistica del fatto culturale e la persuasione che lo scopo dello studio della storia della filosofia sia in primo luogo di insegnare a pensare criticamente, liberamente e responsabilmente, uniti allo scrupolo dell'obiettività, tanto più doverosa in un'opera dedicata alla scuola, hanno fatto sì che si siano valorizzate le più disparate esperienze di pensiero (antiche e moderne, scientifiche e religiose, politiche ed esistenziali), senza arbitrarie esclusioni o preferenze. Anzi, taluni autori molto diversi tra di loro, ma non sempre debitamente presi in considerazione (ad esempio Democrito, i Sofisti, Pascal, Schopenhauer…) sono stati approfonditi al di là dei modi usuali. Particolare attenzione si à data alla scienza ed alla sua storia, sulla base dell'idea che il destino del mondo moderno risulti ormai indissolubilmente congiunto con essa.
Opportuni paragrafi sono dedicati alla storia della «fortuna» (o sfortuna) dei diversi autori, persuasi, con gli insegnamenti del pensiero storico-ermeneutico e delle metodologie didattiche aggiornate, che l'interesse degli allievi investe positivamente ciò di cui – sia pure con la mediazione dei docenti – si riesce a comprendere, o per lo meno ad intuire, l'importanza storica e gli «effetti».
Per l'uscita della seconda edizione di Filosofi e filosofie nella storia, nel gennaio del 1992 l'Editore premetteva al testo la seguente Nota:
Nota dell'editore alla seconda edizione
La fortuna di Filosofi e filosofie nella storia, divenuto in breve tempo il manuale di storia della filosofia più adottato nelle nostre scuole, ci ha sollecitato a preparare un'edizione riveduta ed aggiornata del testo, ai fini di renderio didatticamente e contenutisticamente ancora più valido.
Purtroppo, Nicola Abbagnano non è più fra noi. Ma l'opera del filosofo salernitano è tuttora viva e la sua maniera di concepire la storia della filosofia alla luce degli ideali della chiarezza, dell'obiettività e del pluralismo si è rivelata, alla fine, la strada migliore e quella più consona alla sensibilità e ai mutamenti del nostro tempo.
Ora, di questo tipo di storiografia, Giovanni Fornero – che nel frattempo si è dedicato completamente alla ricerca e al lavoro editoriale – si è fatto portavoce ed erede. Come testimonia, del resto, quella vasta indagine sulla filosofia contemporanea che è venuta a costituire, con successo, il quarto volume dell'Abbagnano «grande» edito dalla Utet.
Pertanto, consapevoli di aver puntato, ancora una volta, sulla formula del rinnovamento nella continuità e di aver porto, al pubblico della scuola, un primo strumento di lavoro, non ci rimane che affidare il Corso al giudizio dei docenti, ringraziandoli per tutte le osservazioni e i suggerimenti che vorranno far pervenire al responsabile dell'opera e alla Casa editrice.